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L’Ast made in Arvedi riparte con investimenti importanti (a iniziare dal magnetico). E Tesei la “acquisisce” per il suo rilancio dell’Umbria

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | La presidente a Terni spiega “l’occasione” che avrà la città e la regione. Presto un nuovo incontro al Mise per i particolari del piano industriale. Ma fin da ora garanzie per il futuro del Tubificio e i centri decisionali, nonostante l’ansia del sindacato

Acciai speciali Terni. Archivio
di Marco Brunacci

PERUGIA – È la prima volta che la Cgil e quindi il Pd ternano non sapevano cosa succedeva all’Ast di Terni e continuano a non saperlo. La governatrice Donatella Tesei ha avuto modo invece di parlare con il titolare del gruppo neoproprietario, Arvedi, e, nell’incontro nella sala blu di palazzo Grazioli può dare indicazioni. Rassicuranti. In linea con quelle che Cityjournal, informando i suoi lettori, ha dato negli ultimi mesi.

Tesei ha intanto il merito di contestualizzare. L’Umbria ha bisogno di essere rilanciata – dice – il lavoro è impegnativo, nessuna zona è meno importante di altre. L’Umbria sud in particolare ha molte esigenze, l’Ast dentro l’Umbria sud ha un ruolo speciale. Non il 20% del pil regionale, come qualcuno azzarda, ma un 3.5-7% che può diventare di più. E non poco di più se Arvedi, con la sua nuova compagine, col Fondo internazionale del settore e l’intervento di Cassa deposito e prestiti nell’azionariato (e forse con Thyssen che resta per una piccola parte), riprende ad investire come ha promesso.
E qui arrivano le notizie. Buone. Arvedi – annuncia Tesei – pensa a uno sviluppo su tre gambe:
1.sul laminato a freddo
2.rafforzando la forgia
3.recuperando il magnetico.
Il ritorno del magnetico a Terni, sciaguratamente abbandonato a inizio anni Duemila, frutto di scelte incomprensibili, è stato illustrato in più di un articolo da Cityjournal. Ora è ufficiale.
La scetticismo su questo punto non ha motivo d’essere perché il magnetico è parte integrante del piano industriale di Arvedi.
Un piano – dice Tesei – che prevede comunque un focalizzarsi sull’acciaio di qualità, l’inox che è onore e vanto della manifattura ternana.
Mettere in fila le cose e concludere: di occupazione a Terni ce ne sarà di più e forse parecchia di più, tra interventi per il futuro green delle acciaierie e sul disinquinamento e gli investimenti veri e propri sulla produzione. E tutto ciò per la prima volta dopo tanti anni di tagli e di sacrifici.
Questo non basta al sindacato locale che, mai come ora all’oscuro, vorrebbe un tavolo di concertazione. Per discutere di cosa?
Una delle preoccupazioni sarebbe il destino del Tubificio, uno dei centri servizi, il principale, dell’Ast: 170 addetti, che potrebbero avere difficoltà a ricollocarsi in un piano generico.
Forse In un piano industriale generico, non in quello che sta predisponendo il gruppo Arvedi, molto interessato a tenere il Tubificio (su altri centri servizi Ast ci sono trattative per la cessione, che coinvolgono anche il gruppo Marcegaglia), ritenendolo importante per tutta la filiera. 
L’altra ansia del sindacato sarebbe quella sui centri decisionali. Ast finirà dentro il gruppo Arvedi e le decisioni verranno prese al nord?
Anche qui tutto sembra però già chiarito. Intanto va considerata la vastità dell’investimento (tra tutto, una cifra vicina a 3 miliardi di euro) e in secondo luogo il fatto che questa cessione non è una normale transazione tra privati. Sullo sfondo c’è la scelta strategica del Governo italiano, concordata con l’Europa: quel progetto che City journal ha chiamato Acciaio Italia in più d’una circostanza e che, giocoforza, porterà a tenere centri decisionali a Terni, che terranno relazioni con il Gruppo-madre e Cdp.
Per Tesei la vendita ad Arvedi è “un’occasione”, sottolineando la parola detta dalla governatrice. E probabilmente si tratta di un’occasione unica di rilancio di Terni, di tutta l’Umbria sud, con grandi riflessi sull’Umbria in generale. Va da sè che diventano marginali, al momento attuale, vista la riservatezza necessaria per chiudere i particolari dell’accordo, anche i tavoli di concertazione.
Sulla vendita Ast presto ci sarà un nuovo incontro al Ministero dello sviluppo economico. La possibilità per Tesei per chiedere ulteriori garanzie per l’Umbria. Tenendo presente che al momento c’è tutta una serie di buone notizie sulle quali poter iniziare a costruire il futuro.

Neri Marcorè e Loredana Torrisi con Masini, Zarrillo e Casciari per ProSceniUm

Ultim’ora: niente spezzatino per Ast, ad Arvedi il tubificio e i centri servizi. In 3 settimane si decide se Thyssen resta col 20-30%