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«Stop allo smart working negli uffici pubblici»

I geometri umbri: «Il ritardo tecnologico degli enti paralizza i lavori, c’è bisogno di tornare alla normalità»

PERUGIA – «Condividiamo pienamente la proposta del sottosegretario alla Salute Andrea Costa di riaprire gli uffici del pubblico impiego e far tornare a lavorare in presenza i dipendenti pubblici, riducendo quindi lo smart working, anche magari ampliando l’obbligo del Green pass ad altre categorie lavorative così come già previsto per il personale scolastico».

Così i presidenti dei Collegi dei geometri di Perugia e Terni, rispettivamente Enzo Tonzani e Alberto Diomedi, hanno commentato le parole rilasciate da Costa all’agenzia Ansa, domenica 22 agosto. Le riflessioni del sottosegretario, a favore del ritorno «alla normalità e in presenza» per «i dipendenti degli uffici comunali e pubblici», arrivano in vista dell’inizio del processo di conversione del decreto legge sul Green pass a settembre e vedono, appunto, il sostegno incondizionato dei professionisti umbri. «Il sottosegretario – continuano Tonzani e Diomedi – ha dichiarato che i lavoratori degli uffici pubblici ‘hanno la responsabilità di garantire un servizio al Paese e a contatto con il pubblico. Non è possibile che in alcuni territori siano ancora chiusi e in smart working’. Facciamo nostre anche queste sue affermazioni perché purtroppo abbiamo vissuto sulla nostra pelle le enormi difficoltà legate a questa situazione. Gli enti pubblici, d’altronde, registrano ritardi strutturali, tecnologici e organizzativi gravissimi di cui l’esempio più lampante è la presenza quasi esclusiva nei Comuni di archivi cartacei. Archivi che, ovviamente, essendo appunto cartacei non possono essere consultati online lavorando da casa. Capite da voi. Ciò significa bloccare per settimane o addirittura per mesi le pratiche che presentiamo: ciò implica che noi tecnici, non potendo portare avanti i cantieri, non veniamo pagati dal committente, ma anche che i cittadini vedono allungarsi all’infinito i tempi per la conclusione di un lavoro, con il rischio anche di vedersi sfuggire la possibilità di usufruire dei Superbonus vista l’avvicinarsi della scadenza». «L’altro motivo per cui chiediamo il ritorno agli uffici del personale dei Comuni – concludono Tonzani e Diomedi – è legato alla necessità per noi professionisti di confrontarci costantemente con i tecnici degli enti pubblici per dirimere questioni legate all’interpretazione delle norme. Su questo aspetto regna, infatti, una confusione incredibile e ogni singolo Comune, ma potremmo dire anche ogni ufficio, interpreta diversamente le norme di governo del territorio. È una giungla da cui è difficile uscire senza avere prima il parere certo del responsabile comunale. Cosa impossibile senza un confronto faccia a faccia. Non stiamo criticando i lavoratori pubblici, tutt’altro. Apprezziamo anzi tutto quello che hanno potuto fare in questa situazione così complicata anche per loro. Il problema è stato proprio la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria in questo ambito, problema a cui ora bisogna trovare una soluzione così come prospettato dal sottosegretario Costa».

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