in

Furgoncino a chi? Nasce Enea: il food truck del gelato più fico (e umbro) che c’è

Mezzo quintale di gelato, qualità griffata Dulcinea e tanto, tanto entusiasmo. pronti a raggiungervi ovunque: loro sono pronti, e voi?

Redazionale sponsorizzato

BETTONA (Perugia) – Di food truck è piena l’Umbria: che fanno piadine, che servono pesce, che vendono fritture. Ma di food truck come questo, davvero, probabilmente non ne avete ancora incontrati. È la novità di casa Dulcinea, conosciutissima gelateria a Passaggio di Bettona, che da quasi 10 anni incanta, travolge di gusto gli appassionati di questa tipica, italianissima prelibatezza.

Un food truck speciale quello voluto da Luca Manini, proprietario di Dulcinea. Tanto da ricevere persino un nome, Enea. Un nome che «ad appena due settimane dalla messa in strada, quando i bambini ci vedono arrivare invocano a gran voce: “Guarda c’è Enea, c’è Enea!”», racconta Luca. Felice. Pieno di orgoglio. Consapevole, soprattutto, di aver fatto centro con il nuovo food truck del gelato.

Uno dei pochi, pochissimi in Umbria. Uno dei primi. Capace di lavorare in completa autonomia energetica anche per 10 ore di fila, senza bisogno di alimentazione esterna. Di trasportare 50 chili di gelato servendo coni e coppe in 8 gusti differenti. Persino vaschette. Con tanto di frigo con bevande fresche e vetrina per le brioche. In pratica, un pezzo della gelateria di via Perugia 145 preso, messo su ruote e mandato in giro per la provincia.

«L’idea – racconta – è quella di portare i nostri prodotti nei luoghi dove c’è gente: parchi, giardini, piazze. Ma anche dove la gente chiede di noi: compleanni, eventi, matrimoni… ne abbiamo già uno prenotato, pensa, tra qualche settimana. L’altro giorno invece ci siamo fermati sulla terrazza in cima a Bettona: aria buona, un panorama stupendo che abbraccia Spello e Perugia e… i nostri gelati. Alla fine abbiamo servito quasi 150 persone».

Enea per l’azienda ha rappresentato un investimento importante. Sul piano economico («Mezzi così c’è chi li chiama “furgoncini”, alla faccia!», sbuffa e sorride, di nuovo, Luca Manini) e pure su quello simbolico, visto il periodo, per tutti difficile, post lockdown e coronavirus. Ma del resto «inventare e reinventarsi ogni giorno e proporre sempre qualcosa di nuovo che piaccia alla gente» è il credo d’azienda. Che anche nel periodo più buio per le attività economiche italiane è stata capace di tenere la testa a galla. «Dopo due mesi di stop totale, imposto, ad aprile ci siamo messi a fare consegne. Papà faceva il gelato. Io, ma anche altri, andavo a consegnarlo. In trenta giorni ne abbiamo fatte un migliaio. Ovunque ci chiamassero».

E se dopo un lunga chiacchierata a Luca chiedi «Quindi, riassumendo, cos’è per te, e come svolgi, il tuo lavoro?», lui ti risponde, di getto. «È qualcosa di bello così com’è ma in cui ho bisogno di cercare, sempre, stimoli nuovi. Qualcosa che è iniziato tanti anni fa, con tutti a dirmi “non arrivi a tre mesi”, che tra un po’ però compie dieci anni. Qualcosa di unico, che è tale grazie al lavoro di tante persone fantastiche, che remano tutte nella stessa direzione, concentrate su ciò che fanno». Di fatto, pare dire Luca: «Dulcinea sono io, ma Dulcinea è anche e soprattutto le persone che ci lavorano».

Grafici e illustratori giù al lavoro: c’è il concorso per i 40 anni di Gesenu

Rubano scarpe ma hanno la polizia alle spalle