GUBBIO (Perugia) – La comunità della Provincia di Perugia si stringe intorno alla città di Gubbio nel giorno dedicato sin dal 1160 alla Festa dei Ceri. Un evento, simbolo dell’Umbria, che a causa del Coronavirus non si terrà.
Nemmeno le due guerre mondiali dello scorso secolo avevano fermato completamente i Ceri, e questo riempie i nostri cuori di rammarico. Un sentimento che si acuisce pensando che all’evento eugubino seguirà il fermo di tante e tante manifestazioni di popolo che hanno sempre unito in uno spirito di fraternità le nostre genti e hanno costituito da sempre un irresistibile richiamo per tanti visitatori di fuori regione e dall’estero.
Non possiamo negare che stiamo vivendo un’emergenza che sta sconvolgendo abitudini e comportamenti. Ma dobbiamo con comportamenti virtuosi onorare i tanti morti e tutti coloro che nonostante l’emergenza hanno continuato a garantire i servizi. Penso al mondo della sanità, a quello della scuola, ma anche a chi non ha mai fatto mancare derrate alimentari e la loro vendita, igiene delle città, trasporti pubblici e ogni bene essenziale per la nostra vita.
Ci attende un’estate complicata, ma dobbiamo guardare al futuro con spirito combattivo emulando lo sforzo dei ceraioli di Gubbio quando con orgoglio e sforzo fisico notevole affrontano la Corsa con grinta e la determinazione di farcela e di contribuire alla costruzione di altre pagine memorabili della storia della nostra regione. Il consigliere provinciale Stefano Ceccarelli, nella sua veste istituzionale anche del Comune di Gubbio saprà rappresentare a tutti i suoi concittadini la nostra vicinanza e affetto per questa giornata, privata di tutto lo svolgimento e coinvolgimento di popolo, ma comunque memorabile e indelebile nei loro e nei nostri cuori.