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Salute, arresto cardiocircolatorio: si salva solo il 2 per cento

L’importanza dei controlli, soprattutto in ambito sportivo, per evitare la Morte improvvisa dell’atleta

PERUGIA – «La Morte Improvvisa di un atleta è un evento che, soprattutto quando si tratta di sportivi popolari, genera sconcerto ed emozione nell’opinione pubblica: ma a prescindere dai dettagli e delle ricostruzioni dei singoli casi, rimane un fenomeno che va analizzato con attenzione e competenza».

Lo evidenzia Lucia Filippucci, responsabile del servizio di Cardiologia Riabilitativa e Prevenzione Patologie Cardiovascolari della Usl Umbria 1, presentando il congresso dal titolo “Morte Improvvisa dell’atleta: la grande sfida della cardiologia moderna” che si terrà sabato 25 gennaio nella Sala Teatro del Collegio Unico dell’Onaosi in via Antinori.

La Morte Cardiaca Improvvisa (MCI) è una morte naturale di origine cardiaca che si verifica entro pochi minuti dall’insorgenza dei sintomi, ed è preceduta da un’improvvisa perdita di conoscenza in soggetti con o senza una cardiopatia nota preesistente. È un evento dunque imprevedibile che può colpire soggetti in apparente buona salute. «L’incidenza di questi eventi nella popolazione generale – spiega Antonio Russo, specialista della Cardiologia Riabilitativa del Centro Servizi Grocco di Perugia – è di circa il 10% delle morti cardiache annue, e lo è ancora di meno nella popolazione sportiva. La MIS, infatti, non supera l’1-2% del numero globale di tutte le morti improvvise».

In Italia l’attuale tasso di sopravvivenza dopo un arresto cardio-circolatorio è solamente del 2%, un dato perlopiù determinato dal tempo di intervento dei soccorritori. Per la persona colpita da arresto cardiaco, ogni minuto che passa è di vitale importanza: in soli 60 secondi, infatti, si abbassano del 10% le possibilità di restare in vita, dunque dopo appena 5 minuti le possibilità di salvezza scendono al 50%. È per questo che più del 70% delle vittime di arresto cardiaco muore prima di raggiungere l’ospedale.

«Lo scopo del congresso – aggiunge le dott.ssa Filippucci – è porre l’attenzione sulla necessità di effettuare e pretendere controlli accurati durante le visite medico-sportive. Questo perché gli sportivi più colpiti sono quelli di basso livello agonistico (80%), cioè dilettanti e amatori. In questo ambito infatti ci sono minori controlli medici e in generale sono caratterizzati da minore accuratezza. È perciò fondamentale oltre che fare accurate visite medico-sportive, fornire le società ed i campi sportivi o le palestre di defibrillatori ed educare costantemente il personale delle società».

All’appuntamento prenderanno parte importanti nomi della Cardiologia dello Sport e della Medicina Sportiva come Zeppilli, Mos, Vaudo, Biscarini, Pozzi e Pasqualini. Sono stati invitati, fra gli altri, il Ministro della Salute Speranza, la Presidente della Regione Umbria Tesei, l’Assessore alla Sanità della Regione Umbria Coletto, l’Assessore allo Sport della Regione Umbria Agabiti Urbani, il Rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero, il Vicesindaco di Perugia (con delega alla Salute) Tuteri. Porteranno un loro contributo al congresso molte società sportive – tra cui la Bartoccini Volley con le atlete in divisa – i dottori Canonico e De Luca medici sociali della SSC Napoli e le vecchie glorie del Perugia Calcio Tinaglia e Vannini che furono compagni di squadra di Renato Curi, il calciatore deceduto per un episodio di morte cardiaca improvvisa sul campo dello stadio che ha preso il suo nome.

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