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«Gravidanza, il Sistema sanitario regionale garantisca il test non invasivo per la diagnosi genetica prenatale»

La mozione di Carla Casciari in occasione della Giornata nazionale della salute della donna: «Il Nipt adesso solo in strutture private: lo si introduca tra i servizi pubblici»

PERUGIA – «Anche in Umbria dovrebbe essere garantito dal sistema sanitario regionale il test non invasivo per la diagnosi genetica prenatale (Nipt – Non invasive prenatal testing’)». È quanto ha richiesto il consigliere regionale Carla Casciari (Pd) che sabato, in occasione della terza Giornata nazionale della salute della donna, istituita dal ministero della Salute, annuncia di aver depositato una mozione sull’argomento.

«Ad oggi – spiega il consigliere – in gravidanza è garantito il cosiddetto Test Combinato (Bi Test con prelievo ematico e translucenza nucale con esame ecografico) per le donne con età minore di 35 anni con bassa probabilità di patologie cromosomiche del feto; per le donne più esposte a rischio di anomalie cromosomiche del feto, ovvero le over 35 o con rischio genetico, l’amniocentesi rimane l’unica risposta pubblica. Ma è un’indagine altamente invasiva che va effettuata esclusivamente tra la 15° e la 18° settimana con puntura addominale e prelievo del liquido amniotico. Può comportare complicanze per la madre ed un rischio di aborto indotto, seppur con una minima percentuale (0,3 percento)».
«Il Nipt – sottolinea Casciari – è considerato ormai dalle più importanti società scientifiche di ginecologia ostetricia un esame innovativo ed affidabile, oltre che non invasivo. Si basa sulla ricerca nel semplice prelievo da sangue materno del Dna libero di origine fetale delle più comuni anomalie dei cromosomi del feto: trisomia 21 (sindrome di Down), trisomia 18 (sindrome di Edwards) e trisomia 13 (sindrome di Patau) nello screening di base. Questo esame può essere effettuato precocemente fin dalla decima settimana di gravidanza e ha una sensibilità più elevata rispetto agli altri test di screening non invasivi. Nelle linee guida adottate dal ministero della Salute – evidenzia ancora Carla Casciari – si legge che il Nipt riduce drasticamente il ricorso ad indagini diagnostiche invasive quali l’amniocentesi o la villocentesi, abbattendo il numero degli aborti collegati alle tecniche di prelievo dei tessuti fetali e le possibili complicanze per le gestanti. Dagli ultimi dati Istat risulta che l’Umbria è tra le regioni italiane con l’età media al primo parto tra le più elevate mentre continuano a diminuire il numero di amniocentesi effettuate in favore del Nipt, eseguibile però solo presso strutture private».

Carla Casciari
Carla Casciari

«Per questo motivo – conclude Casciari – ritengo necessario e doveroso, in qualità di donna e rappresentante delle istituzioni, chiedere alla Giunta regionale di considerare l’opportunità di introdurre fra i servizi offerti alle donne in gravidanza il ‘Nipt base’ per le donne residenti in Umbria e con età superiore ai 35 anni, garantendone la gratuità e accompagnando il percorso con una eventuale consulenza genetica che, in caso di necessità, orienti la donna verso una scelta consapevole».

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Eventi in Umbria (foto www.comune.perugia.it)

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